Sproloquio irlandese (Caro Maurizio Costanzo Show... lettera n.43)
lettera n.43

Una poesia è buona finché si sa di chi è.

KARL KRAUS
















SPROLOQUIO IRLANDESE

Caro Maurizio Costanzo Show,

c'è delirio e delirio il fatto che io ogni tanto esibisca una certa competenza nello sproloquio è opinabile oggi m'è successo di seguire il corso dei seguenti pensieri che correvano da lui per la minima buggerata la sua vagina e la sua cocincina hanno i soldi e cosi hanno sempre ragione loro non lo sposerei neanche se fosse l'ultimo uomo al mondo e poi han qualcosa di curioso i loro ragazzi sempre a odorare da tutte le parti quelle sporcaccione mi chiedeva se quel che facevo aveva cattivo odore e che voleva che facessi se non quello oro forse che razza di domande se gliela spalmavo un po' dappertutto su quel viso vecchio tutto rughe coi miei comprimenti avrebbe capito allora la passa bene passa che cosa da come ne parlava pensavo parlasse della rocca di Gibilterra a proposito è una bella invenzione davvero pero dopo mi piace lasciarmi andar giù nella tazza forzando il più possibile e poi tirar la catena per annaffiarlo bene punture di spillo ghiacce però l'altro sistema ha i suoi vantaggi sapevo sempre da come la faceva Milly da bambina se aveva i vermi o no pero dargli dei soldi lo stesso quant'è dottore prego una ghinea e mi chiedeva se avevo omissioni di frequente ma dove le vanno a cercare quelle parole quei parrucconi omissioni con quegli occhi da miope che mi teneva addosso di traverso non mi sarei fidata a farmi dare del cloroformio o Dio sa cos'altro pero mi piaceva quando si e messo a sedere a scriver tutto cosi serio e accigliato naso così intelligente al diavolo brutto bugiardo Oh tutto quel che si vuole meno che un idiota era abbastanza sveglio da accorgersene via dipendeva tutto dal pensare a lui e alle sue lettere pazze Stellina mia tutto quel che riguarda il tuo splendido Corpo tutto sottolineato che vien di là è una cosa di bellezza e di gioia per l'eternità qualcosa che ha trovato in qualcuno dei suoi stupidi libri io sempre alle prese 4 o 5 volte al giorno e gli dicevo di no e sicura Oh sì dissi sono sicurissima in un certo senso gli tappai la bocca sapevo quel che stava per venire debolezza naturale e basta fu lui che mi eccitò non so come la primissima sera che ci incontrammo quando abitavo a Rehoboth Terrace si rimase in piedi a guardarci per almeno 10 minuti come se ci fossimo già incontrati da qualche parte credo per via che ero ebrea ho preso da mamma mi divertiva allora le cose che diceva con quel suo sorriso indolente e tutti i Doyle dicevano che si sarebbe portato deputato Oh scema nata che non ero altro a credere a tutte quelle sue chiacchiere sulI'autonomia irlandese e l'unione nazionale mi mandò quella barba di romanza dagli Ugonotti da cantare in francese perché faceva più fino O beau pays de la Touraine non I'ho mai cantata neppure una volta un sacco di spiegazioni e filastrocche sulla religione e la persecuzione non ti fa goder nulla naturalmente e poi poteva egli solo alla prima occasione in via di favore che gli capitava a Brighton square corse nella mia camera da letto facendo finta d'essersi macchiato le mani con dell'inchiostro per lavarsele con quel sapone allo zolfo e latte d'Albione che allora usavo era ancora dentro all'involucro trasparente Oh schiantai dal ridere quel giorno a pensarci e meglio che non ci faccia una seduta fino al mattino su quest'affare dovrebbero far dei vasi di dimensioni naturali in modo che una donna ci possa seder sopra comodamente lui s'inginocchia per farla io dico che non c'è in tutto il mondo un altro che abbia le sue abitudini guarda quel modo che ha di dormire ai piedi del Ietto come fa senza un capezzale duro meno male che non tira calci senno mi farebbe saltare tutti i denti respira con la mano sul naso come quel dio indiano che mi portò a vedere una domenica piovosa al museo di Kildare street tutto giallo con un grembiulino steso sul fianco appoggiato a una mano con le dita dei piedi fuori che lui diceva era una religione più grande di quella degli ebrei e di Nostro Signore messe insieme in tutta l'Asia lo imita com'è sua abitudine di imitare tutti credo che anche lui dormisse con la testa ai piedi del letto con quelle piote squadrate in bocca alla moglie che sudiceria comunque dove ho messo quelle pezze ah si lo so speriamo che l'armadio non scricchioli ah lo sapevo lui dorme sodo si dev'essere divertito gli deve aver fatto spender bene il suo denaro naturalmente mica l'ha avuta gratis Oh che scocciatura spero ci sia riserbato qualcosa di meglio nell'altro mondo a legarci tutte cosi Dio ci scampi e liberi per stanotte va bene cosi e adesso il vecchio letto bozoloso e tintinnante mi ricorda sempre il vecchio Cohen ci si dev'essere grattato spesso dentro e lui crede che papa l'ha comprato da Lord Napier che io ammiravo da ragazzina perché gli avevo detto pianino piano Oh come si sta bene a letto Dio ci risiamo come al solito dopo sedici anni in quante case saremo stati Raymond terrace e Ontario terrace e Lombard street e Holles street e lui se ne va in giro fischiettando ogni volta che si deve sloggiare sempre quegli ugonotti o la marcia delle ranocchie facendo finta d'aiutar gli uomini con quei 4 stecchi di mobili che abbiamo e poi l'albergo City Arms di peggio in peggio dice il provosto Daly quel posticino delizioso sul pianerottolo sempre qualcuno dentro a pregare poi tutti si lasciavano dietro tutte le loro puzze si sa sempre chi c'è stato per ultimo e cosa ne dici di tali pensieri il cui corso oggi mi è capitato di seguire fanno schifo sono belli il trucco che ho usato per pensarli è un vecchio trucco ho aperto l'Ulisse di Joyce e ne ho letta una pagina mentre i miei occhi scorrevano il testo mi sono ritrovato tali parole in mente e quindi indubbiamente le stavo pensando già che c'ero ho per coincidenza scritto in tempo reale ciò che mi passava per la testa al ritmo fisso della lettura ed ecco allora avanzare questa lettera dopo la chiusura del libro e la scomparsa di quei pensieri dalla mia testa quindi tranne che per le prime venti parole circa di questo pezzo e poi ora a ripartire da qualche momento fa invece che delirare io ho lasciato delirare Joyce e poi ditemi voi se lui a suo tempo e poi anche dopo il suo tempo non vi ha presi per il culo tutti.

Roberto Quaglia


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