Ricerca di banalità (Caro Maurizio Costanzo Show... lettera n.23)
lettera n.23

Il pensiero è ciò che manca ad una banalità per essere un pensiero.

KARL KRAUS






















RICERCA DI BANALITA'

Caro Maurizio Costanzo Show,

Devo cercare di essere banale, accidenti. Mi sono capitate in mano le brutte copie delle lettere che già ti ho scritto e mi sono accorto che sono davvero brutte, cioè mi sono scappati dei momenti di profondità involontaria, a discapito della banalità indispensabile a fare di qualsiasi prodotto un prodotto buono. E' un argomento abbastanza banale, questo? Lo spero davvero. Tutti dicono ormai che qualsiasi cosa è innanzitutto un prodotto. Se lo dicono tutti, forse è un concetto banale, cioè proprio quello che sto cercando di produrre. Se tutto è un prodotto, o è un buon prodotto buono o è un cattivo prodotto cattivo. Bene, mi sembra che a banalità stiamo andando bene. Chi è che decide quando una cosa è davvero banale? Questa frase mi è venuta abbastanza banale. Sto migliorando.
Una cosa può essere banale per taluni e banale per altri, cioè, volevo dire, banale per alcuni e non banale per altri. E cosa ne dite di mettere alcune frasi in corsivo, senza particolari motivi? Non è decisamente banale? Forse è leggermente originale. Bisogna stare attenti. L'originalità ti aspetta al varco dietro all'angolo, e ti coglie quando meno te lo aspetti. Ma una cosa può essere per nulla banale eppure assai stupida. E' meglio una buona banalità od una perentoria stupidità? Una cosa troppo stupida smette di essere banale.
Accidenti! L'eccesso di banalità conduce a tradimento al suo opposto quando meno te lo aspetti. Bisogna decrementare la correttezza semantica - ma che cavolo dico! - bisogna diminuire la bontà grammaticale per compensare i rigurgiti di banalità paradossante.
Ci capisco un bel niente neanch'io, vi assicuro davvero. Che figura ci faccio, oggi, con queste parole che non mi piacciono neanche un pochino? Sembro scemo, o sembro ignorante? Oppure non sembro un bel niente perché avete già smesso di leggere? Ma cosa dico? Se hanno smesso di leggere non se ne accorgono di tutte queste parole che pure continuano a esserci sul foglio di carta a loro insaputa, quindi che cosa ci sono a fare?
Qui mi sa che la banalità se n'è andata a farsi friggere. Ci vuole un bel luogo comune per salvare capra e cavoli. Qualcosa del tipo: "La cosa importante è che ci sia solidarietà". Niente male, eh? Infatti il denaro non fa la felicità, perché la natura è matrigna e quando meno te l'aspetti i nodi vengono al pettine e qui casca l'asino. Non c'è proprio giustizia a questo mondo! E' proprio vero che non c'è da fidarsi. Più conosco le persone e più amo gli animali.
Tutto ciò è semplicemente squallido, scarsamente banale o antibanale, un brano scritto del tipo "vorrei ma non posso", una masnada di frasi ammassate a casaccio.
Forse riusciamo almeno a diventare noiosi.
Ma perché dovremmo diventare noiosi? Volevamo essere banali perché questo è quello che piace alla gente. Ma le noiosaggini non piacciono a nessuno. Qui stiamo proprio sbagliando tutto. Se proprio bisogna essere noiosi, tanto vale dire anche qualcosa di scientificamente interessante.
Caro Maurizio Costanzo Show, aiutami tu...!
Ecco, ci siamo! Superbanalità!
«Caro Maurizio Costanzo Show, ho provato tutte le strade ma non c'è stato niente da fare. Tutte le porte mi si sono chiuse in faccia. Sono proprio disperato/a. Non so più cosa fare. Mi hanno consigliato di rivolgermi a te, e ora tu sei la mia sola speranza. La mia vita è diventata un inferno. So che sono moltissime le persone che ti scrivono con problemi anche maggiori del mio, ma voglio illudermi che vorrai darmi una mano a superare questo mio momento difficile.
«Tutto è cominciato quando il mio sistema nervoso non ha più retto sotto il peso dei miei terribili problemi familiari, che ti risparmio perché tanto sono sempre le stesse disgrazie, che succedono a così tante persone che nascono sfortunate come me. Il cedimento nervoso d'origine familiare s'è propagato alle altre sfere della mia vita, erodendola progressivamente fino all'osso.
«Ora mi sento come nudo/a di fronte alla vita, che mi soverchia e mi schiaccia sotto il suo terribile peso. Non posso guardare al futuro, e quando penso al passato mi vengono i tremori. Anche sforzandomi al massimo, non riesco mai a pensare al presente per più di qualche secondo, perché nel mio presente non c'è niente di niente a parte quella grande l'angoscia che non so come spiegarti, ma mi toglie anche il respiro.
«Caro Maurizio Costanzo Show, fammi venire al tuo show a soffrire in diretta, io penso che l'esempio della mia sofferenza potrebbe aiutare tante persone che sono nella mia infelice situazione, e magari mi potrebbe aiutare a trovare anche un'anima buona che mi voglia aiutare... ho tanto bisogno d'aiuto... spesso penso a me stesso/a come ad un uccellino indifeso caduto giù dal nido nel fango, e tutti mi calpestano senza accorgersene e nessuno mi raccoglie e mi rimette nel nido...
«Aiuto!
Che senso ha avere scritto questa roba qua? E per chiunque l'abbia letta, che senso ha avuto averla letta? Ma quante volte ha senso aver letto qualcosa che si abbia appena letto? Ogni volta che si legge qualcosa bisognerebbe poi subito dopo fare una rapida analisi per capire se ha avuto senso avere letto quello che si ha letto. Si risparmierebbero giganteschi frammenti di vita sprecata!
Scusatemi per quest'improvvisa parvenza di profondità involontaria. Oggi, lo giuro, avrei tanto voluto essere soltanto banale. Ma nessuno è perfetto.

Roberto Quaglia


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